Di questo progetto esiste anche un'espansione installativa
Albero fotografato in moto antiorario, via Prati, Desio (MB)
Colonna fotografata in moto orario. Stazione FS Garibaldi, Milano
Palo fotografato in moto orario. Stazione FS Desio (MB)
Ombrellone fotografato in moto antiorario, supermercato Coop, Desio (MB)
Albero fotografato in moto antiorario, vale Beatrice D’Este, Milano
Albero fotografato in moto antiorario, viale Beatrice D’Este, Milano
Statement
In questo lavoro, che appartiene alla raccolta “Fotoromanzi” (otto serie di fotografie nella quale esploro alcuni degli “infiniti modi di dire” che possono emergere dalle immagini dimenticate), ho utilizzato un escamotage letterario e pseudo-filosofico, corredato da un protocollo tecnico paradossale, per simulare in modo geometricamente comico lo sguardo “supremo” di un essere onnisciente, in grado di osservare le cose da tutti i punti di vista: dio, macchina o inconscio artificiale inconsapevole che sia. Attraverso questo apparato testuale ho inteso da una parte predeterminare la successiva esplorazione visiva, in modo da condizionarla e parodiare i trucchi dello storytelling che si pretende creativo, ma è solo meccanico, iniziatico o sentimentale. D’altra parte il lavoro prende di mira l’idea che la visione sia un fenomeno assoluto e neutrale, assunto tipico dei sistemi di sorveglianza e degli usi della fotografia come cattura estetica, auto-seduzione o strumento di potere che trasforma in oggetto ciò che guarda. In questo modo il lavoro allude, per differenza, a quanto la visione umana sia invece naturalmente incarnata, collocata, parziale e legata alla proliferazione di elementi testuali e immaginativi.