Rorschach dei cessi

Da bambino passavo un sacco di tempo a cercare tra le macchie delle
piastrelle il cane alato e gli altri animali fantastici che le
popolavano. Le nostre non erano come queste: erano nere, lucide e piene
di forme chiare e liquide come ectoplasmi. La pietra vetrificata non
raccontava una storia, non emergeva alcun intreccio a dare un senso al
caos: mostrava solo gli abitanti di un mondo nebuloso in cui la mente si
perdeva; sprofondato in quel fondo cupo l’occhio girava all’infinito
intorno alle stesse figure, come in uno specchio confuso di segreti
indicibili in forma di stele casalinga tra il bagno e la cucina.

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