New Eden

Non vedo l’ora di fare una bella gita nella natura, conoscete qualche posto non troppo lontano?

Alcuni anni fa ho sviluppato un piccolo progetto, che ho chiamato Eden, sul tema del “Terzo paesaggio” proposto da Gilles Clément - l'autore ha chiamato in questo modo le zone antropizzate e poi abbandonate in cui ricresce una vegetazione spontanea e caotica, con caratteristiche diverse sia da quella selvaggia che da quella controllata dall’uomo. Il Terzo paesaggio è un paradosso: ha bisogno della mano dell’uomo per nascere, ma deve tenersene lontano per crescere. È quasi una condizione terza, né umana né naturale. Per il mio progetto ho fotografato un piccolo ma suggestivo bosco spontaneo di robinie cresciuto nei decenni a fianco dei tralicci dell’alta tensione, non lontano da casa mia, a Desio (provincia di Monza e Brianza), nel bel mezzo di quella città diffusa che occupa gran parte della Pianura Padana. Ho poi associato le mie foto a schermate di Google maps.

Nel 2019 quel bosco è stato raso al suolo per incorporare l’area in un parco attrezzato finanziato con finanziamenti Expo. Poi, come spesso accade, il progetto si è arenato nelle solite lentezze burocratiche e dopo alcuni anni, sull’area di nuovo abbandonata, sta ricrescendo il bosco: un fitto impenetrabile di piantine di robinia alte meno di due metri (quasi un suo ritorno in forma d’altro).

In una seconda tappa del progetto, stimolata da questi nuovi fatti, procedo stampando le foto in piccolo formato e, in un giorno stabilito, di primo mattino, le appendo con nastri colorati agli alberelli del bosco spontaneo che sta ricrescendo, ogni foto nel punto rispettivo dell'albero che è stato tagliato, appesa all'alberello che lo sta sostituendo. L'operazione, di natura esplicitamente rituale, dura circa venti minuti e viene filmata e trasmessa in diretta e dalle riprese viene poi prodotto un video che la testimonia. Quello che ne risulta è a metà tra un cimitero, una distesa di strani alberi di Natale e una mostra del “bosco che non c'è più” allestita dentro il bosco che sta ricrescendo. In questo modo è come se portassi la memoria dentro la natura, due entità che nella nostra tradizione si escludono a vicenda. Un rituale di memoria e di rinascita il cui scopo è suggerire che si può concepire la civiltà umana come fenomeno naturale e, viceversa, la Natura come prodotto della riflessione umana, superando la scissione che fa da spartiacque tra umano e naturale e alludendo a una condizione terza e ulteriore, tutta da esplorare.

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